mercoledì 17 novembre 2010

Avanguardia messico

Drifting Star [Stella alla deriva], 2010
Black Cloud [Nuvola nera], 2007
È in corso al Palazzo delle Esposizioni di Roma “Remix”, la prima mostra personale in Italia del giovane artista messicano Carlos Amorales, trentenne che vive e lavora a Città del Messico. La curatrice Daniela Lancioni ha selezionato sei installazioni, datate tra il 2006 e il 2010, che si sovrappongono l’una all’altra negli spazi della galleria grande e nelle tre sale laterali come in un’unica sincopata playlist musicale. Carlos Amorales è l’interprete della scena artistica contemporanea in un più complesso percorso espositivo dedicato al Messico, in occasione dei 150 dell’indipendenza del Paese. Tuttavia l’opera di Amorales non può in alcun modo essere intesa in modo nazionalistico. «Quello che ho trovato stimolante del legame con la mostra su Teotihuacan è che si trattava di una cultura metropolitana, che fu influenzata da molte altre civiltà ad essa contemporanee, quindi era un ibrido» racconta l’artista. Benchè il Messico sia il paese in cui sono nato e cresciuto fino ai vent’anni, quindi rappresenta la mia identità più genuina e questo è innegabile, ho trascorso più di dieci anni ad Amsterdam studiando e lavorando. Il periodo olandese ha inciso moltissimo sulle mie riflessioni, sul mio modo di fare arte e sul mio senso estetico, quindi sono diventato io stesso un ibrido. Nell’ultima decade, inoltre, ho visitato molti paesi, incontrato persone di diverse nazionalità, ascoltato le loro storie e le loro problematiche. È così impossibile che la nostra visione personale resti immutata, bisogna accettare di essere segnati dalle vite degli altri e imparare a comunicare con loro cambiando il proprio punto di vista di partenza». Ciò che colpisce maggiormente dell’opera di Amorales è, quindi, il suo gusto per le ibridazioni. La mitologia dei soggetti rappresentati, prelevati dal ricco patrimonio iconografico latinoamericano, si stempera nell’uso grafico del bianco e nero: gli uccelli diventano, così, pattern (Why Fear the Future?, 2006) e le stelle geometrie sospese (Drifting Star, 2010). Una delle installazioni più suggestive è Black Cloud (2007), un denso e avvolgente sciame di farfalle, minacciose e romantiche, che indicano al visitatore il percorso da seguire. «Amo le immagini degli animali perchè sono semplici e dirette, ma misteriose», spiega. «Penso che le loro forme possano rappresentare le emozioni umane e che ognuno possa porsi in relazione con esse ed attribuire loro dei significati. Sono un grilletto in grado di innescare un immediato coinvolgimento del pubblico, di qualsiasi natura e provenienza esso sia. Personalmente mi accosto alle immagini zoomorfe in modo intuitivo, senza cercare in esse troppe ragioni psicologiche, semplicemente disegnandole, componendole e giocandoci. Mi piace quando più animali assemblati generano mostri. Se pensiamo a queste mescolanze come emozioni, nella loro complessità, penso che costituiscano la materia prima di cui sono fatti i miti». The Skeleton Image Constellation (Liquid Archive) (2009) è una raccolta di oltre mille cartoline prelevate dal personale archivio di Amorales, chiamato Archivio líquido (Liquid Archive). «Recentemente ho constatato che le immagini, circolando in Internet, subiscono una mutazione permanente di forma, significato e valore. Questo fenomeno ha sempre avuto luogo nel corso della storia, quando delle culture dominanti hanno “fagocitato” quelle più deboli, ma oggi tale processo sta divenendo sempre più veloce, accade continuamente di fronte ai nostri occhi. Credo che una simile esperienza sia affascinante per un artista perchè rende lo status di un’immagine instabile e libero da stretti significati. Mi piace conservare il fantasma delle immagini precedenti, perchè esso può abitare altri corpi per un breve periodo di tempo e successivamente trasmigrare senza sosta in un altro corpo». Le cartoline dell’Archivio Liquido sono offerte in dono ai visitatori. «Penso che la relazione con il pubblico sia estremamente importante, non può esistere arte senza di essa. Ho deciso di stampare gran parte del mio archivio in forma di cartoline da distribuire gratuitamente perchè mi interessa cosa ne faranno le persone in futuro. Mi piace immaginare che le cartoline vadano perse tra le pagine di libri abbandonati e che vengano riscoperte anni dopo da qualcuno di completamente diverso, che non ha alcuna idea del loro scopo originario. Oppure le immagino ingiallire su un frigorifero, sostenute da un magnete, fino ad essere gettate nella spazzatura. È una circolazione lenta e impercettibile verso l’oceano». A proposito del sistema dell’arte Amorales afferma di non amare la sua tendenza a isolarsi dal resto del mondo, questo lo ha portato a seguire progetti trasversali. Attraverso la pratica effimera della performance, l’artista ha organizzato dei veri incontri di wrestling ispirati alla messicana Lucha Libre, durante i quali i lottatori si affrontavano indossando una maschera con le fattezze del suo volto. Assieme al musicista Juliàn Léde e al designer Andre Pahl, si è poi dedicato al progetto Nuevos Ricos (www.nuevosricos.com), che gli ha consentito di immergersi nella scena punk rock messicana, fondando un’etichetta musicale e organizzando concerti. di Francesca Occhionero



Carlos Amorales. Remix
Palazzo delle Esposizioni, Roma
Fino al 27 febbraio 2011.
La performance “Spider Galaxy”, all’interno della mostra, si svolge nell’arco di un’ora circa il sabato dalle 11.00 e la domenica dalle 16.00, escluse festività.

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