venerdì 26 novembre 2010

Da Zero: officina creativa

Interni della Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano
Dal 24 novembre al 31 gennaio la redazione di Zero, il magazine punto di riferimento per gli eventi da non mancare ogni mese nelle principali città italiane, si trasferisce alla Fondazione Arnaldo Pomodoro, a Milano. Un nuovo quartier generale nel quale accogliere gli interpreti più innovativi dello spirito cittadino, per conoscersi e avviare nuovi progetti. Per una serie di eventi aperti al pubblico dove alcuni protagonisti del panorama cultural-mondano della città sono invitati a raccontare la loro storia. Ma anche uno spazio aperto per recensire il clima che si respira nel capoluogo lombardo. Chiunque ritenga di avere un percorso interessante da raccontare in questa sede, potrà farlo contattando la redazione, secondo le modalità spiegate sul sito http://milano.zero.eu/eventi/da-zero/. Dopo l’esperimento milanese, l’intento della casa editrice è quello di esportare il progetto Da Zero anche in altre città italiane, all’interno di spazi altrettanto significativi.

mercoledì 24 novembre 2010

Happy birthday muji

Un tempo gli unici soggetti erano i simboli del lusso più esclusivo, ma oggi i coffee table book hanno decisamente ampliato i loro orizzonti, anche per effetto di una democratizzazione dei gusti (e dei prezzi) a opera di Taschen e di altri editori particolarmente innovatori. Come logica conseguenza di questa tendenza, anche le più famose catene low cost trovano il loro spazio in questo vivace settore. Così dopo il recente libro di ricette design di Ikea in collaborazione con l’agenzia svedese Forsman & Bodenfors (http://demo.fb.se/e/ikea/homemade_is_best/) che ha stupito molti per la sua raffinatezza, ecco che Rizzoli New York pubblica le 256 pagine del primo libro dedicato a Muji. Il volume racconta 30 anni di attività del brand giapponese, icona della funzionalità no logo, e della sua volontà, secondo le parole del Presidente del gruppo, Masaaki Kanai, di porsi in “antitesi alle abitudini della società di consumo”. A partire dalla copertina in carta riciclata che riprende alla lettera i sobri codici stilistici che hanno contribuito al successo del marchio. E chissà, magari ora sarà il turno di H&M?

www.muji.com
disponibile in tutti i punti vendita Muji

Vodka heaven

Un rendering del temporary store Grey Goose a Milano
Dal primo al 31 dicembre apre a Milano, in via Montenapoleone 12, il primo temporary store Grey Goose, una “Christmas boutique” dove si troveranno non solo le celebri luxury vodka aromatizzate (alla pera, all’arancia) del marchio, ma anche l’edizione limitata creata apposta per l’evento, in una bottiglia argentata che è un collector’s item annunciato. Partner del brand di vodka francese (la sede è a Cognac) sarà Ladurée, che per l’occasione firma dei macarons Grey Goose in vendita esclusivamente nello store.

giovedì 18 novembre 2010

Telefonare piano


Slow, parola d’ordine di un mondo frenetico, sovrappopolato, in emorragia continua di risorse naturali, codice di un nuovo sentire - dal food al turismo, dall’intrattenimento alla moda - che, forse, ci salverà la vita (e se non quella, almeno l’anima). È slow anche il design, a riprova del fatto che la lentezza non è cenciosa, ma anzi osserva un’estetica superiore. Ed è slow anche l’hi tech - non è un ossimoro - perché anche l’innovazione può essere “organica”. L’ultimo esempio porta la firma dell’iconico designer britannico Jasper Morrison, e si chiama DP 01: è un cordless sviluppato dal marchio svizzero Punkt, distribuito in esclusiva per l’Italia da Sounders (e disponibile nei principali negozi di elettronica e arredamento). Linee essenziali (lo sono anche i colori disponibili: bianco, rosso e nero) e sapore rétro che nulla tolgono alle funzioni, avanzate e allo stesso tempo snelle. Maxi display da 1,6 pollici, posizionamento orizzontale o verticale sulla base-scultura, 100 i numeri memorizzabili e una batteria che garantisce fino a 10 ore di conversazione. Info su www.punktgroup.com

Design for charity

La serie Midas di Front
Woodtable lamp (la nuova versione,
da tavolo, della Woodfloor
lamp dei Fratelli Campana)
È dedicata alla famiglia degli Hole in the Wall Camps, le “oasi” per l’infanzia volute da Paul Newman nel 1988, la nuova iniziativa di charity internazionale di Skitsch (www.skitsch.it). Il 25 novembre, nei suoi flagship stores di Milano e Londra, il marchio di design “fun&smart” organizza due serate di shopping-cocktail festivo. Due anche i buoni motivi per andarci: il 20% del ricavato del negozio di Via Monte di Pietà 11 sarà devoluto a Dynamo Camp di Limestre (PT), primo camp in Italia di Terapia Ricreativa (www.dynamocamp.org), mentre il 20% del bottino del negozio di 270 Brompton Road andrà al londinese Over the Wall Camp (e il tutto si va ad aggiungere al 10% devoluto fino al 25 dicembre sulla base delle vendite effettuate tra negozi, catalogo, call center e internet). Con l’occasione, poi, sarà possibile passare in rassegna, oltre ai pezzi già classici come le lampade in massello di teak e acciaio inox dei Fratelli Campana, anche la nuova linea di prodotti firmati, tra gli altri, da Jean Marie Massaud, Marcel Wanders 5.5, Peter Marigold e Luca Nichetto. Chi fosse interessato a partecipare alle serate del 25 novembre può richiedere l'invito scrivendo a skitsch@negrifirman.com

mercoledì 17 novembre 2010

Avanguardia messico

Drifting Star [Stella alla deriva], 2010
Black Cloud [Nuvola nera], 2007
È in corso al Palazzo delle Esposizioni di Roma “Remix”, la prima mostra personale in Italia del giovane artista messicano Carlos Amorales, trentenne che vive e lavora a Città del Messico. La curatrice Daniela Lancioni ha selezionato sei installazioni, datate tra il 2006 e il 2010, che si sovrappongono l’una all’altra negli spazi della galleria grande e nelle tre sale laterali come in un’unica sincopata playlist musicale. Carlos Amorales è l’interprete della scena artistica contemporanea in un più complesso percorso espositivo dedicato al Messico, in occasione dei 150 dell’indipendenza del Paese. Tuttavia l’opera di Amorales non può in alcun modo essere intesa in modo nazionalistico. «Quello che ho trovato stimolante del legame con la mostra su Teotihuacan è che si trattava di una cultura metropolitana, che fu influenzata da molte altre civiltà ad essa contemporanee, quindi era un ibrido» racconta l’artista.

Chocolat de luxe

Il Four Seasons George V
Il modo più gourmand per combattere il glaciale clima parigino? Lunghissime soste nelle sempre più numerose e sfiziose cioccolaterie della capitale. Celebre per i suoi entremets, tartes, éclairs e religieuses al cioccolato vanigliato, Gilles Marchal de La Maison du Chocolat (www.lamaisonduchocolat.com, diverse le location) lancia quest’anno il Sapin gourmand in edizione limitata: 18 ore di lavoro per un capolavoro di cioccolata, mandorle, pistacchi e nocciole ispirato all’albero di Natale del Rockefeller Center. Da non perdere la Buche de Noël di Jacques Genin al 133 di rue de Turenne. Non solo macarons da Ladurée (www.laduree.fr, molte le boutiques): in menù solo d'inverno uno strepitoso Carré au chocolat.  Al 10 di rue du Champs de Mars, al Chocolate bar dell'Hotel de Cadran (www.paris-hotel-cadran.com), Christophe Roussel propone le sue scintillanti Sphéériques, pianeti di cioccolata profumati alle erbe aromatiche in combinazioni inedite come frutto della passione/estragone, mango/pepe rosa, ribes/violetta. Al Luxembourg (185 rue de Vaugirard) o a Saint Germain (72 rue Bonaparte) Pierre Hermé (www.pierreherme.com) consolida la sua fama di innovatore con le barrette di cioccolato con un interno di pasta di macarons e con il Flocon al cioccolato, mix di textures diverse, dal moelleux al croustillant, “legate” da una mousse di zabaglione. Al Chocolate Bar di rue St. Honoré (www.jphevin.com) Jean-Paul Hevin propone diversi tipi di cioccolato in tazza a seconda del momento della giornata, dal cioccolato afrodisiaco al ginger e alle spezie delle 4, al cioccolato zen al tè verde delle 5. Da accompagnare con le celebri ganaches e praline della Maison. Anche se per molti la miglior cioccolata calda di Parigi è quella della Galerie del Four Seasons George V (www.fourseasons.com/paris, 31 avenue Georges V): tre miscele, Equador, Blend, White cardamom. Accompagnate da madeleine, donuts e creme brulée a base di cacao. Fabia Di Drusco

martedì 16 novembre 2010

Very fashionable Christmas tree

John Galliano firma l’albero di Natale del Claridge’s, l’albergo londinese Art Deco dove hanno debuttato generazioni di aristocratiche e bright young things e oggi “casa lontano da casa” di divi e socialites. Un albero fantastico, ispirato al mondo sottomarino, coperto di rametti di corallo rosa, foglie d’argento, stelle e cavallucci marini, meduse e pesci. Nella lobby dell'hotel dal 25/11 al 5/1.

La guida per i veri posti dei veri giapponesi


Lontani i tempi in cui il Giappone era un illustre sconosciuto, sono sempre più quelli che, per svago o lavoro, visitano la capitale del Sol Levante. Per chi ci va la prima volta, ma anche per chi ci torna spesso, non possiamo non consigliare una nuova guida/rivista. Edita dal magazine di tendenza Pen, “Pen+ The real Tokyo guide 2011” è un giornale bilingue studiato da veri insider, dove sono tralasciate le cose più scontate, e messe in luce grandi e piccole realtà da non lasciarsi sfuggire. Per esempio il percorso più adatto al jogging (intorno al Palazzo Imperiale) ma anche il più rifornito centro per l’abbigliamento militare vintage. E poi i migliori bagni termali, club, cinema, teatri tradizionali, luoghi da visitare, architetture imperdibili (divise fra quelle di architetti giapponesi e stranieri), e negozi di ogni tipo. Ovviamente, essendo Tokyo una delle capitali mondiali della buona cucina, non può mancare una grande selezione di ristoranti, classificati attraverso i piatti tipici di riferimento (yakitori, soba, ramen, ecc.). Non sarete lost in translation. di Miwa Endo

lunedì 15 novembre 2010

The music is in the box


Ha dovuto combattere con i millimetri il designer Yves Béhar (a capo dello studio di San Francisco fuseproject) nel disegnare l’ultima evoluzione delle casse stereo, il Jambox di Jawbone. Una “scatoletta” molto compatta, che si collega in un batter d’occhio e via bluetooth a qualsiasi dispositivo - in media poche decine di secondi. Nato come riproduttore musicale, è anche adatto per telefonate, semplici chiamate o conference call, grazie ad altoparlanti duplex che dirigono il suono sia da un lato sia dall’altro. Facilmente trasportabile, perché piccolo e leggero, e disponibile in quattro diversi colori, è corredato da una serie di accessori dal design molto accattivante. Già a partire dal packaging, di cartone, che riproduce all’asterno un boombox stilizzato corredato dalla scritta “That was then...”. Una volta aperta la confezione ecco invece apparire l’oggetto, il parallelepipedo ad alta risoluzione sonora. A sottolinearlo poche parole: “This is now”. (foto courtesy Fuseproject).

venerdì 12 novembre 2010

Jay-Z spiega il suo rap con la caccia al tesoro

Il bomber di pelle limited edition disegnato da
Frida Giannini in collaborazione con JAY-Z
Jay-Z chiama Gucci per la caccia al tesoro più interattiva ed esclusiva del momento. Facciamo una premessa per capire meglio. La narrativa autobiografica è fondamentale nell’hip-hop. “Chi sono, da dove vengo, quali fattori mi hanno plasmato, che cosa o chi mi piace” (e qui scatta tipicamente il “name check” di marchi e amici): il 90% dei testi del genere si fonda su questi cardini. E dunque non è un caso che il rapper più influente del mondo abbia scelto proprio l’elemento autobiografico come tema del suo primo libro: in “Decoded” (in libreria in America il 16 novembre per Spiegel & Grau), Shawn Carter aka Jay-Z decodifica, appunto (svelando retroscena di luoghi, riferimenti, personaggi), i testi di 36 sue canzoni celebri. I fan che vogliono partecipare al sorteggio di pagine autografate del libro dovranno collegarsi al sito www.bing-com/jay-z e localizzarne le  riproduzioni, grazie ad appositi indizi che conducono a luoghi ricorrenti nei testi di “Hova”, a Miami, New York, Las Vegas, Los Angeles e Londra. Tra quei luoghi “caldi” c’è anche il flagship store di Gucci sulla Quinta Strada: là i fans troveranno un bomber di pelle limited-edition, disegnato dal Direttore Creativo della Maison, Frida Giannini, in collaborazione con Jay-Z, sulla cui fodera è stampata una delle 300 pagine del libro. A quel punto, per partecipare all’estrazione, non dovranno far altro che scattare una foto della pagina, caricarla online, e inviare un sms con un codice che troveranno in loco. Attenzione: gli indizi per la caccia saranno diffusi anche tramite le pagine ufficiali Twitter e Facebook di Jay-Z, sul sito www.Jay-Z.com e sul motore di ricerca Bing, partner nell’impresa. Now go fetch.

Brividi d’altri tempi

Il marchio Allard torna a ruggire sulle strade europee. La J2X MK 11, remake del modello J2X prodotto in 83 esemplari tra il 1951 e il ’54, è costruita in Canada, ma ora sarà distribuita nel Vecchio Continente dall’inglese Premium Classic Cars Ltd (www.premiumclassiccars.com) L’antenata, che montava un motore V8 su un telaio per i tempi molto leggero, è descritta da chi la provò come una vettura formidabile. Ad apprezzarne la guida, oltre a celebri piloti del passato, anche l’accreditatissimo divo-driver Steve McQueen. Così l’auto-cult, egregiamente rieditata in base alle conoscenze tecniche attuali, è resuscitata sulla spinta di un’artigianalità fedele all’originale e riconosciuta anche dal Registro Allard, che ha concesso la “numerazione ufficiale” alla nuova MK 11. Il motore è un benzina V8 di derivazione General Motors con sistema di iniezione Ram Jet da 335 cavalli: la roadster è confortevole, elegantissima e veloce. Ha notevoli possibilità di customizzazione e partirà da un prezzo (non ancora ufficializzato) di circa 95.000 sterline.

15 anni con Dino De Laurentiis. Il “lei” e il “tu”

«Buongiorno dottore, come sta?»
Queste sono le parole che ho rivolto a Dino De Laurentiis per più di 20 anni, dandogli sempre del “lei”, dal primo giorno in cui l’ho incontrato, a un party in quel di Beverly Hills nel 1984, quando, senza conoscermi, mi diede da tradurre il copione di “Conan the Barbarian”, fino all’ultimo incontro, in occasione della proiezione di un film, qualche mese fa.
Sono Roberto Croci, interprete parlamentare e traduttore al servizio di Dino De Laurentiis per quasi tutta la mia vita professionale. Avendolo incontrato alla tenera età di 24 anni, devo ammettere che mi ci sono affezionato a Dino. Per me è stato come crescere con quel nonno che avevo perso poco prima di incontrare lui. Il nostro rapporto è stato vero, paterno, amichevole, ma anche burbero, duro a volte, mai noioso. Il ricordo che porto nel cuore mi fa sempre venire il sorriso sulle labbra. È sempre piacevole pensare al dottore. Gli voglio bene, “che ce devo fa”, direbbe lui.

I riccioli di Ksenia, la cultura e il cinema

Ksenia Rappoport fotografata per L’Uomo Vogue da Piotr Titarenko, settembre 2009
Pochi giorni fa ci eravamo visti di sfuggita al Festival di Roma, dove presentava fuori concorso “Il padre e lo straniero” , il nuovo film di Ricky Tognazzi - tratto da un romanzo di Giancarlo De Cataldo - in cui recita accanto ad Alessandro Gassman e Amr Waked. Risentiamo Ksenia Rappoport mentre è in pausa tra un take e l’altro a San Pietroburgo, sua città natale. Ci dice dei suoi riccioli scomposti dal vento che incalza. 36 anni, accento russo marcato. «Fuori fa ghiaccio». Ride.
L’Uomo Vogue: Che film stai girando?
Ksenia Rappoport: «Un film russo che si dovrebbe intitolare “La guardia bianca”, con un regista di quelli tosti della nuova generazione, Sergei Snezhkin.

giovedì 11 novembre 2010

Quando il pallone era solo uno sport

Da oggi, in edicola e in libreria, l’“Atlante illustrato del calcio anni 80” (Isbn Edizioni, 9,90 euro). Il volume racconta in 300 foto il crepuscolo di un football acqua e sapone, dall’inevitabile  sapore provincial-oratoriano, e la sua trasfigurazione  in nuova e iper-performante disciplina sportiva, con atleti finalmente completi. I protagonisti diventeranno sempre più belli da osservare, dentro e fuori il gesto atletico, fino all’ingresso a tutti gli effetti nello star system internazionale. I loghi sulle maglie e gli sponsor, le prime gare per i diritti Tv e, soprattutto, il ritorno dei campioni stranieri dopo più di un decennio di miope oscurantismo innescano la rivoluzione e la riqualificazione calcio italiano. I tre re, Platini, Maradona e Falcao, il duo imperiale Gullit-Van Basten, e poi Rummenigge, Boniek e tanti altri campioni. Situazioni sportive e private, in un passaggio epocale emozionante, che non tornerà mai più. di Sergio Maggio

Melavisione

Apple si lancia nel mercato dei film tramite una speciale sezione dell’iTunes Store che mette a disposizione, ora anche in Italia, un ampio catalogo di lungometraggi, divisi tra una versione “normale” e una HD. Tutto sarà poi riproducibile sia su tutti i diversi apparecchi dell’azienda con sede a Cupertino (iPhone, Ipod e iPad) sia sui computer e sul piccolo schermo, grazie alla nuova Apple TV che manda in streaming i contenuti provenienti da qualsiasi terminale direttamente sul televisore. Le nuove uscite verranno messe in vendita a partire dai 2,99 euro per film di catalogo in SD, fino ai 4,99 per le prime visioni in alta definizione, con alcuni film in promozione settimanale da 0,99 euro. Anche i prezzi della vendita varieranno a seconda degli stessi criteri. Chissà se questa strategia avrà la stessa influenza, come successo per la musica, nella lotta alla pirateria informatica.

mercoledì 10 novembre 2010

Sentirsi a casa fuori città

L’idea dei proprietari del nuovo spazio londinese Out of Town era quella di creare un luogo che diventasse una sorta di estensione delle loro personalità, e di quelle del loro più stretto circolo di amici. Così, con l’intento di avvicinarlo il più possibile a un ideale che rispondesse alla semplice domanda di «qual è il luogo dove saresti più felice di passare il tuo tempo libero?», è nato questo ibrido tra un salotto, uno studio d’artista e un negozio vero e proprio. Gli oggetti venduti sono stati trovati in giro per il mondo, e l’unica cosa che li accomuna è uno stile assolutamente personale, proprio perché è definito dalla convergenza di epoche e derivazioni diverse. Oltre ai mobili, ai tessuti e alle ceramiche, l’abbigliamento vintage è il punto centrale di questa singolare ricerca, in particolare i capi militari originali che vanno dagli anni 40 ai 60. Oltre a tutti questi oggetti, selezionati a uno a uno, Out of Town prepara anche semplici piatti casalinghi e caffé.

Out Of Town
30c Great Sutton Street
London
EC1V 0UD

+442075492168
outoftownlondon.com

Cemento su cemento

Una casa dall’aspetto industriale, senza ricorrere a interventi impegnativi. È quanto promette concretewall.no, azienda norvegese nata grazie all’idea di riprodurre, sulle sue carte da parati, muri di cemento dall’effetto ultra realistico. Il trompe l’oeil è ottenuto grazie alla resa ad alta risoluzione di pareti realmente esistenti, con una finitura molto scrupolosa nella resa e nel dettaglio. Anche il disegno è sempre diverso grazie a una stampa non seriale. Tra le fantasie disponibili muri effetto raw e altri più levigati, ma anche graffiti e la possibilità di costumizzare il colore e l’intensità del contrasto a seconda della luce presente nella stanza di destinazione.

Qui gli altri prodotti

La city car più stylish


La Morgan Motor Company (info: www.morgan-motor.co.uk) ripensa e rilancia (dal 2011) la sua celebre icona Threewheler, che tra il 1909 e il 1953 (30000 pezzi prodotti a Malvern) dominò il settore “con una ruota in meno” del mercato dell’auto. Il brand inglese, che oggi produce auto sportive dal sapore rétro, supera se stesso puntando proprio sulla soluzione a tre ruote. Una scelta che ben si sposa con i nostri tempi, più che mai bisognosi di risparmio energetico e salvaguardia ambientale. Anche la Threewheeler dei nostri bisnonni vantava infatti un ottimo rapporto tra capacità di accelerazione e consumi: correva in pista, vinceva, ma poteva fare 50 miglia con un gallone di benzina (circa 18 km/l). La nuova auto, che monta un propulsore Screaming-Eagle Harley Davidson da 1800 cc e la scatola del cambio di Mazda 5, dovrebbe accostare, come l'antenata, maneggevolezza, scatto e bassi consumi.

In jeans nel ’600

Due opere. A sinistra “Mendicante con due bambini”; a destra “Ritratto di piccolo mendicante”
Nella galleria di Maurizio Canesso di Parigi c'è una curiosa mostra (fino al 27 novembre 2010), destinata a raffinati conoscitori. È “Il Maestro della Tela Jeans” e presenta otto, tra i dieci finora attribuiti, quadri di questo pittore ancora anonimo, legato al contesto culturale veneto-lombardo della seconda metà del XVII secolo. Il nome di comodo che Gerlinde Gruber, commissaria della mostra e conservatrice al Kunsthistorisches di Vienna, ha deciso di dare all’oscuro artista, si riallaccia proprio alla consuetudine di rappresentare i suoi personaggi vestiti con quella tela di Genova, divenuta col tempo il celebre tessuto jeans. Il suo stile, accorto equilibrio tra meditazione naturalistica ed elegante messinscena di vita popolare, è stato di volta in volta affiancato a nomi come Michiel Sweerts, Bernhard Keilhau ed Evaristo Baschenis, dei quali sono presenti in mostra alcuni dipinti in grado di fornire un preciso confronto con l’opera del maestro. Per lo spettatore poi, lo stupore di vedere riprodotto su un olio di più di quattro secoli fa lo stesso identico tessuto, icona della società moderna. di Alan Prada

Galerie Canesso
26, rue Laffitte    
75009 Paris, France   
Tel. +33 1 40 22 61 71
fino al 27 novembre 2010

lunedì 8 novembre 2010

Mr. Brown goes to Haiti


Mr. Brown, alias Andrea Pelizzari, il surreale insegnante d’inglese de “Le Iene”, abbandona momentaneamente le platee televisive per un progetto che collega solidarietà e umorismo a favore di Haiti. Con una canzone “Mr Brown Is Back In Town”, riadattamento del brano “London Bridge”, ad opera di Sir Bob Cornelius Rifo dei Bloody Beetrots e interpretata da Pelizzari insieme ai coro dei bambini dell’orfanotrofio di Haiti Kay Sainte Helène (dal 9 Novembre su Cd Universal in tutti i negozi di dischi, su iTunes, IBS.it e in edicola con il Corriere della Sera). Il videoclip che accompagna il brano è stato interamente girato (con la regia di Marco Salom e Stefano Guindani) nei luoghi distrutti dal terremoto dello scorso gennaio e vede come protagonista, insieme a Mr. Brown, un suo piccolo sosia haitiano di 6 anni. I proventi raccolti con questa iniziativa saranno devoluti per la costruzione di un orfanotrofio di fianco all’ospedale pediatrico Saint Damien, grazie all’impegno in loco della Fondazione Francesca Rava - N.P.H Italia Onlus (www.nphitalia.org).

L’arte dell’artigianato

Concerto a 4 mani per piano e calzatura dedicato a Salvatore e Wanda
Ferragamo: al piano il musicista Stefano Bollani, alla scarpa un maestro calzolaio
Dal 18 novembre 2010 al 7 marzo 2011 a Firenze una mostra dal titolo “A regola d’arte” celebra il savoir-faire di un marchio da anni legato alla storia cittadina: Salvatore Ferragamo. Nelle sale del museo aperto dalla casa di moda, in via Tornabuoni 2, e a 50 anni dalla scomparsa del suo fondatore, l’esposizione è un’occasione per riflettere, attraverso diverse sezioni, sul concetto di artigianalità e di autenticità. Così si parte dal glorioso passato per giungere al presente e proiettare l’immagine di un futuro dinamico e in continua evoluzione. Attraverso le tappe del percorso si potranno riconoscere i volti della numerosa famiglia Ferragamo, a partire dalla signora Wanda, artefice della rivoluzione in chiave moderna dell’azienda, che alla morte del marito rilevò l’attività insieme a 6 figli. Il legame con la città non è mai nell’ombra, un vasto repertorio di immagini omaggia infatti il capoluogo toscano. Le fotografie provengono dall’Archivio Storico Foto Locchi, impresa anch’essa tuttora a conduzione famigliare, che per carattere ha molti punti in comune con Ferragamo. L'evento speciale anche la registrazione di un inedito duo, pensato per celebrare l’unione tra mente e manualità: il pianista Stefano Bollani esegue un brano in parallelo al lavoro di un artigiano, intento nella realizzazione di un paio di scarpe. 

Dieci tituli

Nella foto Kelly Slater fotografato per L’Uomo Vogue, novembre 2010
Il 6 novembre, sulla spiaggia di Porta del Sol a Porto Rico, l’“uomo delle onde” Kelly Slater ha portato a casa il suo decimo titolo mondiale, primo surfer al mondo a raggiungere il risultato-record. Slater, insieme a un altro top surfer, Rob Machado, è protagonista di un lungo servizio nel numero di novembre de L’Uomo Vogue, ora in edicola. Nel testo di Olda d’Alì e Nicola Zanella, andato in stampa prima che si avesse notizia della vittoria definitiva, si legge: “Kelly, 38 anni, nove volte campione del mondo e vicinissimo a uno storico decimo titolo...”. Ancora una volta, ci abbiamo visto giusto.

venerdì 5 novembre 2010

Ecodriver si diventa

Presentato a Balocco, presso il circuito prova Fiat, il “White Paper eco:Drive”, uno studio con i primi risultati rilevati da un vasto campione di utenti del software eco:Drive. Il programma, di cui molto si parla in questi giorni, è frutto della collaborazione della Casa torinese con Microsoft. Scaricabile gratuitamente (www.fiat.com), aiuta gradualmente l’automobilista a trovare le modalità di guida più vicine all’ecocompatibilità e permette di arrivare a risparmiare mediamente circa il 15 per cento di carburante, denaro ed emissioni di Co₂. Basta inserire, su una Fiat di ultima generazione dotata di sistema “Blue & me”, l’apposita chiave nella porta USB dell’auto per registrarvi tutte le informazioni su come il mezzo è condotto. I dati, che tengono conto di accelerazioni, decelerazioni, cambi marcia e velocità, potranno essere poi consultati sul proprio Pc. Ogni guidatore otterrà così un punteggio migliorabile (da 1 a 100) chiamato “eco-index”, e potrà sfruttare anche lo spirito ludico del sistema sfidando se stesso o gli altri utenti, che ormai danno vita a Ecoville, la web community di ecodrivers dell'universo Fiat. Lo studio succitato ha preso in esame più di 400mila viaggi effettuati da 5mila utenti europei del software (sui 50mila totali che lo usano abitualmente). I risultati, vari e talvolta sorprendenti, ci spiegano come sia possibile che l’ecoguida, a dispetto di una convinzione diffusa, faccia risparmiare anche tempo al driver. E ci svelano che nel Nord dell'Europa si guida meglio che nelle aree mediterranee, che è più importante per risparmiare cambiare marcia in modo corretto piuttosto che tenere una velocità costante, o che ognuno di noi con uno stile di guida ottimale può risparmiare 1.600 euro l’anno. Non poco, in fondo, tenuto conto che se tutti nel mondo guidassimo così, in un anno faremmo a meno di consumare 37 miliardi di litri di petrolio. Dunque, bene le eco-tecnologie, ma il nostro comportamento è al momento altrettanto importante. Eco:drive è sempre in divenire e permetterà molto altro. L’utenza giovanile vi aderisce ovviamente con più facilità, ma c’è un altro dato che ha a nostro avviso la sua importanza: si tratta dei 50mila fruitori abituali contro i 140mila che hanno scaricato e usato almeno una volta il programma. Sono in 90mila quelli che l’hanno abbandonato. Quando si troverà il modo di far dialogare in tempo reale fruitore e sistema, cioè durante la guida, il successo di questa bella idea potrà divenire travolgente. di Sergio Maggio


giovedì 4 novembre 2010

Into the creative process

Una rara opportunità di vivere per qualche minuto da “insider” scoprendo il dietro le quinte di un brand noto in tutto il mondo per la continua ricerca, sia dal punto di vista della tecnologia applicata sia da quello stilistico. Stone Island apre le porte della sua storica sede di Ravarino, in provincia di Modena, per un video che vede il presidente e inventore del mondo “Stone”, Carlo Rivetti, in veste di padrone di casa e guida. Il primo di una serie di mini documentari realizzati per far scoprire, senza filtri, tutto quello che succede prima di arrivare al prodotto finale. Stay tuned.

Carlo Rivetti’s Tour from Stone Island on Vimeo.

Il mondo della stampa

(da sinistra. Giorgio Armani; Alexander McQueen; Kenzo; Prada; Roberto Cavalli. Foto
sfilata Bruno Rinaldi. Porta iPad, Trussardi 1911; occhiali Ray-Ban Wayfarer; borse Prada)
Grande successo per le stampe quest’autunno/inverno. Soprattutto declinate su capispalla, dal piglio sportivo: parka, giacche zippate, giubbotti imbottiti. I pattern variano dalle trame spiccatamente seventies, alle microfantasie geometriche che mettono insieme l'immaginario della biancheria maschile da notte alle moderne grafiche da snowboard. Così da Alexander McQueen, in alternanza i disegni composti da teschi e ossa artisticamente combinati con effetto caleidoscopio e le riproduzioni di gocce d’acqua a ingrandimento macro. Animalier rielaborato in chiave anticonformista da Giorgio Armani e Roberto Cavalli che trasformano le macchie dei mantelli selvatici in grafiche astratte. Per gli accessori invece il camouflage è d’obbligo. Da Prada stilizzato su base bianca con tocchi di rosso e di blu. Prezioso stampato sulla pelle da Trussardi 1911. Outsider gli occhiali Ray-Ban: gli iconici Wayfarer rubano al mondo dei fumetti le classiche illustrazioni in bianco e nero. di Alan Prada

Mondo manga

“La città incantata” di Miyazaki Hayao (2001)
“Manga impact” (ed. Phaidon), in libreria a dicembre: tutto ma proprio tutto sul mondo dell’animazione giapponese. 352 pagine tra illustrazioni, schede di autori e personaggi, da Studio Ghibli a Toei Animation, da Tezuka Osamu a Ishii Katsuhito; interessanti i saggi sulla portata del fenomeno in vari contesti culturali e le note sull’influenza che i protagonisti delle celebri strisce e pellicole hanno avuto sulla storia personale degli autori, in larga maggioranza critici cinematografici di diversi paesi. Il tutto illustrato con una grafica che riprende volutamente quella delle strips originali. Un reference book per colmare l’eventuale lacuna sul Capitan Harlock di Matsumoto Leiji o scoprire l’influenza dei Viaggi di Gulliver sui film di animazione di Miyazaki Hayao, da “Nausicaä” (ancora non tradotto in italiano) a “Porco Rosso”. Proprio quest’ultimo, datato 1992 e mai arrivato da noi, è stato appena presentato doppiato per l’Italia al Festival Internazionale del Film di Roma nell’ambito di una retrospettiva dedicata a Studio Ghibli e sarà nelle sale italiane dal 12 novembre.
“Nausicaä della valle del vento” di Miyazaki Hayao (1983)

Jason Moran and The Bandwagon

Jason Moran e Alicia Hall Moran fotografati su L’Uomo Vogue, ottobre 2008
Milano fatica a costruire un panorama jazzistico auto-sostenibile e ribollente; poche le eccezioni: Blue Note, La Salumeria della Musica, la serie Aperitivo in Concerto del Teatro Manzoni. Proprio al Blue Note settimana prossima va in scena una bella doppietta. Il 10 novembre vi suona l’ottimo Robert Glasper: ne parleremo più avanti. Per ora, focus sull’11 novembre quando in Via Borsieri approda un altro pianista, Jason Moran, 35enne texano trapiantato a New York, dove vive con la moglie, il soprano Alicia Hall Moran, e i loro gemelli. Col bassista Tarus Mateen e il batterista Nasheet Waits forma il trio The Bandwagon, che propone un jazz intelligente e contemporaneo. È tra i 23 “creativi eccellenti” premiati con una MacArthur Fellowship. Mai pedante, mescola politica, educazione civica, filosofie pittoriche, oltre alle riletture a volte oblique dei sound più disparati (dal funk al gospel all'opera). Ha innumerevoli album all’attivo, progetti multimediali, collaborazioni con performance artists. Gli abbiamo parlato a pochi giorni dalla data milanese.
L’Uomo Vogue: Ipotizzo che il cardine del tuo concerto sarà “Ten”, l’album che celebra il decimo anniversario di The Bandwagon e che l’etichetta Blue Note ha pubblicato da poco: è così? Con che criterio metti insieme le tue scalette? 
Jason Moran: «Gran parte delle nostre esibizioni di questo periodo è dedicata a Ten ma abbiamo anche in programma brani come “Ice cream castles” di The Time e “Blessing the boats” di Alicia Hall Moran. Il nostro repertorio non è mai preconfezionato, le decisioni le prendiamo mentre suoniamo.

mercoledì 3 novembre 2010

Warm elegance

da sinistra. Rick Owens; Louis Vuitton; Dior Homme; Burberry Prorsum; Prada; Raf Simons; Gucci;
Giorgio Armani. Foto di sfilata Bruno Rinaldi. Cintura Hermès; scarpe Bally; borsa da viaggio, Gucci
Senza alcun dubbio è il colore della stagione: il cammello insieme alle varie gradazioni che lo precedono (o lo seguono) nella scala tonale. Dal beige al sabbia, e non solo sul tradizionale cappotto. Ma anche su giacche, pantaloni di panno e maglioni di cashmere. E per alcuni selezionati accessori da abbinare ton sur ton. Una tendenza iniziata con le collezioni femminili, ma che ha trovato riscontro anche in quelle maschili, attraverso formulazioni molto diverse tra loro, ma che hanno come comune denominatore proprio questa sfumatura. Il rimando più immediato è quello a un feeling tardo Settanta come da Gucci, dove in quel periodo era già una sorta di marchio di fabbrica. Anche da Prada guarda a quell’epoca, per completi sciancrati abbinati a pullover striminziti portati sopra la camicia. Burberry Prorsum volge il suo ormai classico cappotto militare in un caldo cammello dandogli un tocco particolarmente lussuoso; mentre da Dior Homme la leggerezza dei panni viene accostata a una nuance altrettanto tenue. Rick Owens e Raf Simons lo utilizzano come sostituto al nero, su pezzi dal taglio poco convenzionale; mentre per Louis Vuitton si sposa perfettamente all’eleganza classica di una giacca doppiopetto. Non poteva mancare Giorgio Armani, da sempre campione dei cosidetti toni neutri che anche questa volta non lo esclude dalla sua cartella colori. di Alan Prada

Radio Ucraina

A proposito di realtà locali emergenti italiane a Milano è attivo da qualche tempo “Radio”, uno spazio a disposizione. A disposizione di chi ha qualcosa da raccontare, da urlare, da far vedere. Immagini, suoni e oggetti ogni due mesi si alternano in questa piccola scatola che cambia contenuto ogni volta. La galleria è un progetto di xister e di Marco Klefisch, illustratore, e si trova in via Pestalozzi 4, nuovo polo creativo della città lombarda. Gli ultimi che vi andranno a parlare (per immagini) saranno tre giovanissimi punk appena ventenni che arrivano dall’Ucraina. tre amici che in “Germ free adolescents”, mostra curata da Serena Pezzato e Giorgia Malatrasi, raccontano con immagini a volte spinte ed estreme il disagio (e forse il divertimento) di essere giovani e punk nell’ex Blocco Sovietico. Inaugurazione il 4 novembre dalle 19. Poi, afterparty all’Angelo Nero, via Torricelli 15, Milano. Scatenatevi.

dal 4/11 al 18/11@Radio
via Pestalozzi 4
MIlano
dal lunedì al venerdì dalle 12 alle 20

Dueruote milanesi all’Eicma

Il dialetto meneghino irrompe al 68° Salone del Ciclo e Motociclo (2-7 novembre) con il nuovo concept della milanesissima CR&S guidata da Roberto Crepaldi. Si tratta della  “Duu”, moto da due litri che coniuga un potente motore V-Twin americano X-Wedge a una ciclistica squisitamente europea, per poter affrontare le strade e le curve tipiche del Vecchio Continente. Due le versioni del muscoloso mezzo assolutamente artigianale e assemblato a mano, vero e proprio gioiello su misura: “Deperlú” e “Conlatusa”, letteralmente “da solo” e “con la ragazza”. È definita naked-techno-custom e sarà in produzione dal 2011, ma i 140 esemplari previsti sono già tutti prenotati. Non si sa ancora se l’azienda, forte della nuova e più ampia sede di Cusago, darà spazio ad altre richieste.

Una nuova dimensione

È appena finita la prima partita di calcio trasmessa in tv in tre dimensioni. Sky ha lanciato, con Tottenham-Inter di Champion’s League (finita 3-1), il servizio in 3D. L’effetto è rivoluzionario. Gli schermi normali sembreranno preistoria, l’Hd ordinaria amministrazione. L’immagine acquista una profondità molto simile alla visione reale, risultato che non si ha con la normale alta definizione in 2D. Per ora i tanto (inutilmente) disprezzati occhialini ci sono ancora, ma non danno fastidio e permettono l’effetiva visione tridimensionale. A volte la prospettiva sembra artificiale e i contorni, soprattutto nei primi piani, sono molto definiti, a volte troppo, tale da far sembrare alcune silhouette irreali; ma il risultato finale merita il prezzo del biglietto. La regia è più “semplice” rispetto all’alta definizione perché ci sono “solo” 8 telecamere dedicate per la produzione in 3D. Ma il tutto è più equilibrato meno schizofrenico rispetto al bombardamento di immagini e inquadrature che si ha oggi in certe partite. Tutto è più reale e molto più vicino alla visione live. Con un buon impianto audio, sembrerà di avere San Siro o il Bernabeu in salotto o meglio di essere voi sugli spalti. Sicuramente questa novità cambierà anche il modo di riprendere e trasmettere i match o gli eventi in generale proprio per esaltare al massimo le possibilità di questa nuova tecnologia. Ovviamente ne può usufruire solo chi ha un televisore in 3D (oltre che un decoder SkyHd o MySkyHd). Chi ha solo l’Hd, per ora si accontenti.

martedì 2 novembre 2010

Il campione è tornato

Houston Astrodome,  Alì vs Cleveland Williams,  1966. ©Neil Leifer,  GOAT/TASCHEN
Ancora oggi, a più di trent’anni dal suo annuncio di ritiro dal pugilato, Muhammad Alì continua a essere considerato una delle personalità più carismatiche e incisive della nostra epoca. Un mito, un personaggio straordinario universalmente acclamato come lo sportivo più grande di tutti i tempi. Una leggenda vivente, un uomo dall’indiscussa integrità morale - sul ring e fuori - a cui è dedicata l’imponente monografia che Taschen manda in questi giorni in libreria. “Greatest of all time - A tribute to Muhammad Alì” (distribuito in Italia da Logos, www.logosedizioni.it) è un libro epico che racchiude tutto il potere,  il coraggio,  la profondità,  la creatività e l’incredibile energia di questo campione. Attraverso le migliaia di immagini scattate da oltre 100 fotografi e artisti diversi, il monumentale volume ricostruisce la vita e la carriera di Alì, avvalendosi anche di memorabilia, saggi originali e interviste raccolte nel corso degli ultimi 50 anni. Float like a butterfly,  sting like a bee...
di Roberta Rotta

Qui potete sfogliare le prime 100 pagine del libro      

Passione rossa

Una panoramica del Ferrari Abu Dhabi World
 Yas, l’isola sul lato nord-orientale della capitale degli Emirati Arabi, è il futuro (www.yasisland.ae), la nuova meta turistica globale. Sul suo nuovissimo circuito automobilistico dal 2009 si corre il Gran Premio di Abu Dhabi. Tra le strutture già realizzate ci sono un’arena per concerti (Kanye West e Prince vi suoneranno il 12 e 14 novembre, rispettivamente), un campo da golf, grandi alberghi lussuosi, un’elegante marina con annesso yacht club. Già annunciate e in via di realizzazione vere e proprie oasi del divertimento, come un parco a tema cinematografico, sponsorizzato da Warner Bros, e uno a tema acquatico. Ma per ora, ad aprire la strada dell’offerta di meraviglie è il primo parco a tema Ferrari, appena aperto. L’elemento architettonico più spettacolare è certamente il tetto, con la sua forma che si ispira al classico profilo a curva doppia delle scocche della scuderia, ricoperta dell’iconico rosso fiammante di Maranello e sormontata dal più grande logo del Cavallino mai creato. Il Ferrari World Abu Dhabi (www.ferrariworldabudhabi.com) ospita, su un’area di 176.000 mq per tre livelli, una ventina di attrazioni tutte pensate per far vivere a grandi e piccini passione, performance e innovazioni del mito automobilistico italiano, anche a migliaia di chilometri dal nostro paese. Da Formula Rossa, le montagne russe più veloci al mondo (raggiungono i 240 Km/h), a Scuderia Challenge, simulatore di corse ispirato a quello usato dai piloti del team, a Made in Maranello, ricostruzione virtuale dello stabilimento leggendario, attraverso il processo di produzione di una Ferrari. Un parco da record, anche se in un dettaglio almeno la nuova meraviglia non batte l’originale: la galleria storica con una gamma esclusiva di Rosse vintage e contemporanee da tutto il mondo è seconda (solo) a quella di Maranello. di Marco Sammicheli

L’asso di spade

Matteo Tagliariol fotografato su L’Uomo Vogue, ottobre 2009
In auto verso Milano, di ritorno da una seduta di rifinitura in quel di Parma, il campione olimpico di spada Matteo Tagliariol (trevisano, classe 1983), fa il punto sull’imminente campionato mondiale di Parigi (4-13 novembre).
L’Uomo Vogue: Ci dai le tue sensazioni della vigilia? Miri diretto all’oro o hai il podio come obiettivo minimo?
Matteo Tagliariol: «Direi che da un paio d’anni non mi sentivo così bene. Non sono scaramantico, mi sento di dire, come feci alle Olimpiadi, che punto all’oro. Poi, si sa, nel nostro sport ogni match vede due atleti di fronte... Ma se si trattasse, per assurdo, di una prova sui 100 metri piani e mi sentissi così, ti direi: “Vinco io!”. E c’è anche il fatto che al momento sono al quarto posto nel ranking mondiale. Ci tengo tanto e visto che vengo dall’argento dell'anno scorso, anche un terzo posto mi farebbe perdere punti preziosi».
L’U.V.: Quante ore al giorno ti allenavi nel ritiro di Formia? E ci sono metodi mirati sulle varie specialità, o addirittura sui singoli atleti?
M.T.: «La preparazione per le tre armi è simile, con qualche variazione dovuta ai movimenti più ricorrenti nella specialità. Piuttosto differenti, invece, i carichi di lavoro per i singoli perché si parla di caratteristiche fisiche e tecniche diverse».
L’U.V.: C'è un avversario che vorresti incontrare soltanto in finale?
M.T.: «La spada è la specialità con più concorrenza: le altre armi vedono gare con 60 concorrenti, mentre noi siamo anche in 170, con 40 possibili vincitori. I tre più insidiosi per me sono il francese Lucenay, l’ungherese Boczkó (la mia bestia nera) e il coreano Jung».
L’U.V.: Dunque il concetto di “bestia nera” è reale e va oltre il caso, o sono scaramanzie?
M.T.: «Certo. Nel tempo l’avversario in questione si può esorcizzare, di solito finisco per riuscirci. Il termine indica qualcuno che, pur non essendo per forza il migliore, o migliore di te, ha caratteristiche tali da adattarsi meglio di altri alle tue. E c’è da dire che, eliminata una bestia nera, può capitare che ne spunti un’altra, magari molto diversa dalla precedente».
L’U.V.: Come vivi le ore precedenti una gara come quella che ti attende a Parigi?
M.T.: «Sono fin troppo tranquillo. A Pechino, per esempio, il mio maestro doveva portarmi via quasi di peso dai giornalisti, con cui mi trattenevo volentieri. Essere calmo mi aiuta, ma aveva ragione anche lui: non bisogna esagerare e io ho in effetti bisogno di qualcuno che mi aiuti a isolarmi un po’ per concentrarmi al meglio».
L’U.V.: Quale l’arma azzurra più forte? E quali singoli prevedi, nella tua sfera di cristallo, con l’oro al collo?
M.T.: «Punto su fioretto e spada maschile. Vuoi due nomi “sicuri”? Sulla Vezzali mi giocherei tutto, ma mi aspetto un primo posto anche da Baldini. E non certo perché è un mio caro amico». di Sergio Maggio

Il blog di Matteo Tagliariol